L’area si estende per circa 10 ha lungo la sponda sinistra del Torrente Rosaro e giace su di un terrazzo fluviale quaternario facente parte di una serie di terrazzi fluviali posti a differenti altezze (44°14′14.84 N, 10°07’08.94 E, 250 m a.s.l.). Il Torrente Rosaro lo separa da un altro terrazzo fluviale a sua volta contiguo alle pendici del M. Tergagliana (680 m s.l.m.).
Il santuario è stato descritto da un punto di vista scientifico nel 2018 [Farina, A. (2018). Rural sanctuary: An ecosemiotic agency to preserve human cultural heritage and biodiversity. Biosemiotics, 11(1), 139-158].
Il santuario rurale dell’Ortolano” è un’area attivamente coltivata a conduzione famigliare e bordata da una rigogliosa vegetazione spontanea dominata da roverella (Quercus pubescens), leccio (Quercus Ilex), carpino nero (Ostrya carpinifolia) e frassino (Fraxinus ornus).
Vigneti, oliveti e filari di piante da frutto (p.e., albicocco, pesco, susino, fichi, kaki, castagno, olivo) si alternano a campi coltivati a verdura (insalate, carciofi, patate, pomodori, finocchi, zucche).
Ampie superfici sono mantenute a prati permanenti falciati.
Il santuario offre una grande varietà di cibo tutto l’anno ad una ricchissima fauna. Praticamente si può incontrare in ogni periodo dell’anno la maggior parte della fauna vertebrata italiana dagli ungulati (cervo, capriolo, cinghiale) a medi e piccoli carnivori (lupo, volpe, donnola, faina, tasso). In particolare sono stati osservate oltre 56 specie di uccelli.
Durante il periodo riproduttivo si possono incontrare merlo, pettirosso, capinera, picchio verde, cinciallegra, cinciarella, verzellino, rondine comune, torcicollo, upupa, rigogolo, ghiandaia, cornacchia grigia, corvo imperiale, storno, rampichino, zigolo nero, colombaccio, tortora. Tra gli uccelli rapaci nidificano poiana, sparviero, lodolaio e biancone, mentre civetta, barbagianni e allocco sono tra i comuni rapaci notturni. In certi periodi si possono osservare le aquile.
La stazione di ascolto è posta in prossimità di un edificio in legno un tempo adibito a stalla. Il paesaggio sonoro del santuario riflette la presenza dell’uomo con le sue attività di coltivazione. Si possono sentire i suoni degli attrezzi agricoli intervallati ai canti degli uccelli, e alla voce dei residenti, al suono delle campane della vicina cittadina di Fivizzano. L’attività canora (biofonie) è quindi intervallata ai suoni delle attività umane (tecnofonie) e al suono delle acque correnti del T. Rosaro (geofonie).
Questo sito è anche sede di una permanente sperimentazione di ecosemiotica dell’Università di Urbino, tesa a meglio comprendere le relazioni tra comunicazione animale e comportamento umano in un’ottica di conservare il valore culturale e la biodiviersità. Una stazione metereologica consente di raccogliere in tempo reale i parametri meteorologici e di correlarli all’attività sonora degli animali. Il periodo migliore per l’ascolto è la primavera all’alba, e durante le serate estive per udire il canto del grillo degli alberi.
I suoni udibili in streaming sono regolarmente archiviati e messi a disposizione di studiosi ed esperti.
Il sito può essere visitato da gruppi organizzati (scuole) e da singole persone interessati ad approfondire la correlazione tra attività umana e ambiente previo contatto. Materiale di documentazione sui santuari rurali e sull’ecoacustica sono disponibili per approfondimenti.
Contatti: almo.farina@uniurb.it